martedì 10 ottobre 2017

L'aggressione del cane e le conseguenze a lungo termine




Qualunque sia la motivazione che si nasconde dietro l’aggressione di un cane, una cosa è certa: “Le conseguenze possibili sono numerose”.
In pratica:

  • Il cane ottiene soddisfazione: rinforzo positivo;
  • Il cane non ottiene soddisfazione: estinzione del comportamento;
  • Il cane subisce conseguenze sgradevoli: punizione positiva;
  • Il cane evita conseguenze sgradevoli: rinforzo negativo.

Ognuna di queste conseguenze modifica il comportamento:

·         Il rinforzo positivo e il rinforzo negativo aumentano la frequenza e l’intensità del comportamento, soprattutto della sua fase operante (fase d’azione).
·         L’estinzione porta alla cancellazione del comportamento sempre meno utilizzato.
·         La punizione (positiva) riduce il comportamento in intensità e frequenza, purché il cane abbia altre alternative.

Per determinare le conseguenze a lungo termine è sufficiente applicare semplicemente il modello del condizionamento operante ai comportamenti aggressivi. Il condizionamento operante è il meccanismo che trasforma un comportamento, lo rinforza o lo indebolisce, in base ai suoi effetti e alle sue conseguenze. Vediamo allora qualcuno di questi effetti.
È molto importante costatare che la sequenza del comportamento aggressivo si modifica tra la prima aggressione e le successive. Ad esempio, in caso di rinforzo positivo:

  • La fase d’inizio, di minaccia, è ridotta;
  • La fase d’azione/operante, in altre parole l’attacco, è intensificata e il morso perde di controllo (e diventa più forte); 
  •   La fase di arresto, la ritualizzazione con le posture complementari di dominanza e di sottomissione, è ridotta;
  • La fase refrattaria è ridotta e l’aggressione si ripeterà più facilmente e più rapidamente in futuro.

Dopo un certo numero di ripetizioni, variabile da un cane all’altro, la sequenza è notevolmente modificata e allora si parla d’iperaggressione (secondaria):

  • La fase d’inizio, di minaccia, è scomparsa;
  • La fase d’azione/operante, in altre parole l’attacco, è assai intensa e il morso è molto forte;
  • La fase di arresto, la ritualizzazione delle posture complementari, è scomparsa;
  • La fase refrattaria è ridotta o scomparsa e l’aggressione è ripetuta come anche i morsi.

L’iperaggressione è detta secondaria perché è la conseguenza della riprogrammazione del comportamento attraverso un processo operante.

Nessun commento:

Posta un commento